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[messaggio inviato ad alcuni prof delle nostre scuole… rivolto a tutti gli insegnanti]
Non ci stupisce particolarmente come, dopo un anno dall’inizio di una nuova fase genocidiaria da parte di Israele sul popolo palestinese, la Scuola ancora non abbia proferito parola…
Quante altre presone devono essere ammazzate? Quante città palestinesi devono scomparire dalla faccia della terra? Quante tonnellate di bombe al fosforo devono cadere? Quanti bambini devono morire di fronte alle armi dell’IDF (pagate soprattutto da Italia -vendute da Leonardo/exFinmeccanica- e Germania, forse che credono sia modo giusto per farsi perdonare dopo gli orrori dell’Olocausto? Vendendo armi? Mah…)?
In questo periodo è più che mai essenziale il DIALOGO, cosa alquanto rara se non con qualche sporadic* e coraggios* prof con cui si può parlare liberamente di tutto.
Questo lunedì saremo particolarmente tristi rispetto a un normale lunedì… ma riponiamo in voi prof anche qualche speranza. La speranza che per un giorno mettiate da parte “Il Programma” per parlare assieme e dire qualcosa sui più di 40.000 morti palestinesi (più quelli libanesi, cifre che aunentano vertiginosamente), sui 10.000 dispersi, sul milione di sfollati, sul genocidio tecnologicamente più avanzato della storia… sul divieto per la manifestazione pro-Palestina del 5 ottobre a Roma.
Di argomenti ce ne sono a bizzeffe anche se vogliamo parlare del Belpaese, pensiamo anche alle basi NATO in Sardegna, alle testate nucleari sparse in tutto il paese quando l’Italia ha accantonato la produzione di energia tramite centrali nucleari (un controsenso, nevvero?)… Possibile che la Scuola non parli mai di qualcosa se non di ciò che è nei libri di storia (scritti dai vincitori)? Come fare per rendere la Scuola LIBERA e non succube all’imperialismo con il suo “dio-denaro”?
Il Signor G diceva “libertà è partecipazione”, ma come partecipare a un qualcosa di obbligatorio. Il dialogo, nonostante l’obbligo, porterebbe partecipazione, e di conseguenza libertà.
La domanda che ci viene da fare a voi prof è: perché non parlare ora più che mai di un genocidio in atto, del fatto che dal cielo medio-orientale cadono più tonnellate di bombe che pioggia (in particolare Libano e Yemen), delle continue escalation? Perché non viene detto nulla?
Per parlre di ciò non possiamo dover aspettare che il susseguirsi di eventi di oggi finisca nei libri di domani, non possiamo dover aspettare che venga istituita una nuova “Giornata della Memoria” o che, peggio, venga fatto revisionismo storico. Non sono mai esistiti coloni buoni, se non nei
Lunedì 7 ottobre ci sembra il giorno giusto, un’ottima occasione per PARLAR(n)E…
I POPOLI IN RIVOLTA RISCRIVONO LA STORIA
INTIFADA, FINO ALLA VITTORIA!